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Aleksandr Lukashenko, Discorso all’ONU, 15/09/2005

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Presentiamo il discorso del presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko, tenuto al il 15 settembre 2005 al vertice ONU, quale importante documento di critica all’attuale sistema unipolare.

Signor Presidente,

Signore e Signori,

Volgere onestamente lo sguardo al mondo di oggi è la ragione per cui i capi di stato sono convenuti qui alle Nazioni Unite. Insieme dobbiamo affrontare la questione principale: stiamo conducendo i nostri paesi e l’umanità lungo la strada giusta? A questa domanda noi dobbiamo rispondere per noi stessi e per i nostri popoli. Senza fare questo non avremo alcuna possibilità di uscire da un vicolo cieco.

Sono passati 15 anni dal momento del collasso del mio paese, l’URSS. Quell’avvenimento ha cambiato completamente l’ordine mondiale. L’Unione Sovietica, nonostante tutti gli errori dei suoi dirigenti, rappresentava allora fonte di speranza e di sostegno per molti stati e popoli. L’Unione Sovietica assicurava l’equilibrio del sistema globale.

Oggi il mondo è unipolare, con tutte le conseguenze che ne derivano.

La Jugoslavia prima prosperosa è stata devastata ed è scomparsa dalla carta dell’Europa.

L’Afghanistan da lungo tempo sofferente è diventato un focolaio di conflitti e narcotraffico.

La sanguinosa guerra in Iraq è tuttora in corso. Il paese è diventato una fonte di instabilità per un’enorme regione.

Sono tenuti a vista con le armi Iran e Nord Corea, Colombia, Cuba e altri stati.

Belarus è un paese simile alla maggioranza di quelli che sono rappresentati in questa sala. Emersa dalle macerie della “guerra fredda”, Belarus ha operato per diventare uno stato scientificamente e tecnologicamente avanzato, con una popolazione di dieci milioni di cittadini altamente istruiti e inclini alla tolleranza. L’ONU ci ha inserito tra i paesi avanzati con un alto livello di sviluppo umano.

Come voi, dal pianeta non esigiamo nulla di più che pace e stabilità. Il resto lo creeremo da soli con i nostri sforzi.

Nel mio paese non ci sono conflitti. Differenti nazionalità e etnie coesistono pacificamente in Belarus, praticando ognuna la propria religione e il proprio stile di vita.

Non creiamo alcun problema ai nostri vicini, non avanziamo alcuna rivendicazione territoriale, non cerchiamo di influenzare la loro scelta della via di sviluppo.

Abbiamo consegnato le nostre armi nucleari e volontariamente abbiamo rinunciato al diritto di successore nucleare dell’URSS.

Oggi firmeremo la Convenzione Internazionale per la lotta agli atti di terrorismo nucleare. Dichiariamo anche di avere deciso di firmare il Protocollo Aggiuntivo all’Accordo tra la Repubblica di Belarus e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica per l’Applicazione delle Garanzie collegate al Trattato di Non Proliferazione degli Armamenti Nucleari.

Abbiamo creato una solida e soddisfacente unione con la Russia nostra vicina.

Noi costruiamo il nostro paese con le nostre intelligenze, basandoci sulle nostre tradizioni.

Ma dobbiamo constatare che proprio questa scelta del nostro popolo non piace a tutti. Non piace a coloro che aspirano a governare un mondo unipolare.

E come lo governeranno?

Se non ci sono conflitti, li creeranno.

Se non ci sono pretesti per l’ingerenza, ne creeranno di immaginari.

Per ottenere ciò, è stata trovata una bandiera molto conveniente: democrazia e diritti dell’uomo. E non nel loro significato originale di potere popolare e dignità personale, ma solamente ed esclusivamente nell’interpretazione dell’amministrazione USA.

Forse che il mondo è veramente diventato così bianco e nero, privato delle sue diversità di civiltà, di tradizioni multicolori e di stili di vita che rispondono alle aspirazioni dei popoli?

Naturalmente no! Molto più semplicemente questo è un conveniente pretesto e uno strumento di controllo su altri paesi.

Purtroppo, l’ONU, che appartiene a tutti noi, permette che la si utilizzi come strumento di tale politica. Dico questo con particolare amarezza e pena come Presidente di uno stato-fondatore dell’ONU, di uno stato che nella Seconda guerra mondiale ha visto sacrificare la vita di un terzo del suo popolo per la libertà propria, dell’Europa e del mondo.

La Commissione per i diritti dell’uomo emette continuamente risoluzioni su Belarus, Cuba e altri paesi. Vengono fatti tentativi per imporre tali risoluzioni anche all’Assemblea Generale dell’ONU.

Ma come possono le Nazioni Unite concentrarsi su “problemi” immaginari, quando sono incapaci di vedere i veri disastri e catastrofi? Quelli che nessun altro oltre l’ONU in quanto comunità delle nazioni civili potrà risolvere?

Tempo fa, nella sala vicina alla nostra sono state mostrati grafici e mappe per dimostrare la presenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Ma dove sono quelle armi?

Esse non esistono. Allo stesso tempo, l’Iraq è sommerso dal sangue, devastato, mentre il suo popolo è piombato nella più profonda disperazione. E i terroristi minacciano l’utilizzo di armi di distruzione di massa contro le città d’Europa e d’America.

Si sta forse svolgendo un processo aperto e indipendente dei prigionieri di Guantanamo sotto la supervisione dell’ONU? Quanti sono questi prigionieri e chi sono?

Chi difenderà i diritti delle vittime di Abu Graib e punirà tutti i loro torturatori senza eccezione?

L’Afghanistan è stato distrutto con missili e bombe con il pretesto di trovare Bin Laden. E’ stato forse catturato il “terrorista numero uno” del mondo? Dove si trova ora?

Come prima è in libertà, mentre i territori di Afghanistan e Iraq hanno cominciato a generare terroristi internazionali a centinaia e migliaia.

Truppe straniere hanno occupato l’Afghanistan indipendente, ma la produzione di droghe è cresciuta di dieci volte. Non era questo lo scopo dell’ingresso nel paese delle truppe?

Oggi, Belarus, Tagikistan, Russia ed altri stati ex sovietici sono letteralmente sommersi dall’ondata di narcotici “tradizionali” provenienti dall’Afghanistan, che incontra anche l’ondata di droghe sintetiche precedentemente sconosciute provenienti dall’Europa.

I capi degli stati sovrani di Jugoslavia e Iraq sono stati imprigionati con accuse non provate, assurde e artificiose. E’stato il modo più conveniente per nascondere la verità sull’annientamento dei loro paesi.

Il processo a Milosevic si è trasformato da tempo in una farsa. Saddam Hussein è stato abbandonato alla mercé del vincitore, come in epoca barbarica. Non c’è nessuno in grado di difendere i loro diritti, eccetto l’ONU, poiché i loro stati non esistono più, sono stati annientati.

Dovrebbero essere liberati e liberamente difendere i loro diritti, il loro onore e la loro dignità umana.

L’AIDS e altre malattie stanno devastando l’Africa e l’Asia.

La povertà e l’indigenza sono diventate una reale e non virtuale arma di distruzione di massa, per di più selettiva dal punto di vista razziale.

Chi potrà porre fine a tutto ciò?

Chi esigerà che gli USA pongano termine alle loro minacce a Cuba e Venezuela? Questi paesi devono determinare in modo indipendente il loro modo di vita.

Il traffico delle persone è diventato un affare fiorente. La schiavitù sessuale delle donne e dei bambini è considerata un fatto ordinario, quasi una norma di vita. Chi li difenderà e porterà davanti alla giustizia i consumatori di “merce viva”?

Come farla finita con questa vergogna della nostra civiltà?

Questo è il sintetico e sconfortante bilancio della transizione a un ordine mondiale unipolare.

E’ per questo che è stata creata l’ONU?

Non è venuto il momento per l’ONU di porre fine agli scandali interni dovuti alla corruzione e di occuparsi effettivamente dei dolori e delle miserie del mondo? La risposta a questa domanda, a nostro avviso, è chiarissima.

Non dobbiamo nascondere la nostra testa nella sabbia.

L’ONU siamo noi.

Insieme dobbiamo prendere nelle nostre mani il destino del pianeta.

Insieme dobbiamo capire che il mondo unipolare è un mondo unidirezionale, un mondo a una sola dimensione.

Insieme dobbiamo avere consapevolezza che la diversità delle strade verso il progresso è un valore durevole della nostra civiltà, il solo che possa assicurare la stabilità nel mondo.

Il diritto alla scelta della strada di sviluppo è la condizione essenziale per garantire un ordine mondiale democratico. E’ per questo che è stata creata la nostra Organizzazione.

Spero che anche i potenti del mondo lo comprendano. Altrimenti, il mondo unipolare alla fine gli si rivolterà contro. Lo compresero anche i grandi presidenti USA Woodrow Wilson e Franklin Roosevelt, che piantarono le radici della Lega delle Nazioni e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Se troveremo un accordo sulla questione essenziale, allora realizzeremo i principi del multipolarismo, della diversità e della libertà di scelta anche nella vita concreta e nei documenti dell’ONU, a cui ci dovremo conformare. Noi difenderemo il mondo dal terrorismo, e i deboli, le donne e i bambini dalla schiavitù. Assicureremo una difesa a tutti gli indifesi.

Allora l’ONU sarà veramente l’organizzazione delle nazioni unite. In ciò è riposta l’essenza della riforma dell’ONU, non nell’incremento aritmetico dei membri del Consiglio di Sicurezza.

Vi ringrazio.

in lingua inglese
http://www.un.org/webcast/summit2005/statements15/belarus050915eng.pdf

in lingua russa
http://www.un.org/webcast/summit2005/statements15/belarus050915rus.pdf

http://president.gov.by/


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